Un'ottima
degustazione d'arte è offerta al pubblico presso Palazzo Martinengo, dimora
storica sede della Provincia di Brescia. La mostra "Il cibo nell'arte. Capolavori dal '600 a Warhol" è visitabile dal 24 gennaio al 14 giugno 2015,
promossa dall'Associazione Amici di Palazzo Martinengo, con il patrocinio della
Provincia di Brescia, Regione Lombardia, di Expo 2015 e curata da Davide
Dotti.
Il
connubio tra arte figurativa ed arte culinaria è raccontato attraverso opere
che vanno dal 1600 al 1900 raccolte idealmente all' interno di 10 sezioni
secondo una ripartizione cronologica ed iconografica:
l’allegoria
dei cinque sensi, mercati dispense e cucine, la frutta, la verdura, pesci e
crostacei, selvaggina da pelo e da penna, carne salumi e formaggi, dolci vino e
liquori, tavole imbandite e il cibo nell’arte del XX secolo.
La
rassegna snocciola la tematica legata al cibo mediante interpretazioni di
artisti distanti per epoche ma accomunati dall'interesse per la
rappresentazione degli alimenti:
- come esaltazione dei palati più raffinati di nobili signori,
- come cibo degli umili lavoratori e servitori,
- come monito contro lo spreco nella società odierna.
Il
pittore cremonese secentesco Vincenzo Campi con le due tele, Mangiatori di ricotta (fig 1) del 1580 e i Mangiatori
di fagioli (fig 2) inaugura l'esposizione. La
contrapposizione tra cibo dei poveri e quello dei ricchi è rilevante ed
evidente specialmente nelle sale successive, nelle quali vi è un tripudio di
qualsivoglia genere alimentare allora in uso in cucina e che in alcune tele
compare per la prima volta.
Si tratta
di nature morte che affascinano per la cura dei dettagli, per l'adesione fedele
al dato naturale.
Nel
secolo '600 composizioni di questo tipo erano molto richieste dai committenti,
perlopiù ricchi signori che intendevano così rimarcare la propria agiatezza,
esaltando in questo modo anche il valore
delle merci in un'epoca in cui l'economia commerciale in nord Europa era
fiorente.
Un
esempio è l'opera Dispensa con pesce, carne, uova sode e fiasca di vino (fig 3) del
1625 del pittore fiorentino Jacopo Chimenti o il dipinto di Marten de
Vos, pittore di Anversa che con Cuoche in cucina (fig 4) dà vita ad un horror vacui alimentare: la
precisione iconografica è di matrice nordica mentre la plasticità delle figure
femminili derivano dalla sua formazione italiana.
Il
pittore bergamasco Evaristo Baschenis è presente in mostra con tre dipinti, uno
di questi è Cucina con rami e massaia (fig 5): analogamente alle sue nature
morte con strumenti musicali, in quest'opera ritroviamo il rigore
architettonico nella costruzione delle forme e la fondamentale importanza della
luce che crea riflessi cangianti sui metalli accuratamente lucidati dalla
domestica.
Frutta e
verdura sono presenti in molte varietà, dalle nature morte dalla composizione
semplice ed essenziale di Piatto metallico con pesche e foglie di vite (fig 6) di Ambrogio Figino o Piatto di mele (fig 7) di E. Baschenis; fino ad
arrivare ad una combinazione di elementi più particolareggiata e scenografica
che si può notare nell'opera di Giovanni Stanchi dal titolo Alzata con susine, pesche, fichi e meloni (fig 8).
Una
novità per l'epoca è il dipinto Cesta con zucche verdi e zucche bianche trombetta, (fig 9) opera di un pittore
caravaggesco che riuscì a donare volumetria agli ortaggi attraverso un attento
studio della luce e del chiaroscuro.
Gli
artisti napoletani Giovan Battista e Giuseppe Recco, rispettivamente zio e
nipote crearono interni di cucine dotate di raffinatezza cromatica. Un esempio
è l'opera Composizione con pesci e crostacei (fig 10) di Giovan Battista Recco
con la quale si rapporta a modelli spagnoli oppure Pani, prosciutto e
casatiello (fig 11) del nipote Giuseppe: nel dipinto collocato in mostra nella
sezione tematica carne salumi e formaggi, è il casatiello a primeggiare:
prodotto tipico della cucina campana, rimarca le sue origini antiche, oggi
reinterpretato in numerose varianti di farcitura.
La
selvaggina ad appannaggio dei nobili è sapientemente illustrata da artisti
quali Johannes Hermans, il fiammingo Pieter Boel, il bolognese Luigi Crespi e
il lombardo Carlo F. Nuvolone.
Le Gazze
ghiandaie (fig 12) del dipinto omonimo di Johannes Hermans appaiono come una fedele riproduzione dell'originale uccello dal piumaggio cromatico variegato.
E che
dire del vino? La bevanda accompagna le pietanze più ricercate ed anche quelle
più modeste del popolo.
Un
esempio è il dipinto Ritratto con il
bicchiere di vino (fig 13), opera settecentesca di Vittore Ghislandi, meglio noto
come Frà Galgario: il giovane guarda l'osservatore, accennando un brindisi,
davanti a sè ha il cibo che costituirà la sua cena: del pane ed una cipolla.
In un
pasto che si rispetti non può mancare il dolce.
Ne è
prova il dipinto Paggio con piatto di dolci (fig 14) del Maestro dei dolciumi
che mostra un giovinetto, servitore di
una corte blasonata, sfoggiare le dolci leccornie composte
da frutta candita, glassata e biscotti
preparate per il suo signore.
Per la
sezione tavole imbandite troviamo l'acuto naturalismo di Ceruti nell'opera Cesto
con fiaschi di vino, melone e pane (immagine di copertina), il dipinto Tavolo con angurie (fig 15) del
divisionista Emilio Longoni fino ad arrivare a The last supper (fig 16),
citazione in chiave pop di una copia del cenacolo vinciano realizzata dall'artista quattrocentesco Marco
d'Oggiono, opera emblemantica dell'ultima produzione di Andy Warhol.
L'ultima
sezione dell'esposizione chiamata il cibo nell'arte del XX secolo riunisce
alcune opere di artisti moderni e contemporanei tra i quali R.Magritte, G. De Chirico, F. De
Pisis, L. Fontana, R. Guttuso, R. Lichtenstein. Dal dipinto metafisico di De Chirico intitolato Composizione di frutta con testa classica (fig 17) si giunge alle opere serigrafiche di Warhol trasformate in simboli della
cultura di massa americana, attraverso la ripetizione di immagini legate al
linguaggio pubblicitario. Ne sono esempi i barattoli industriali di zuppa Campbell, Campbell
Soup I (fig 18) e le bottiglie di coca-cola, Velvet Underground (fig 19) del 1967.
Con Achrome (fig 20), si passa dalla Pop Art all'arte concettuale di Piero Manzoni, mentre alcuni Tableau Piege dell'artista rumeno Daniele Spoerri accompagnano la visita:
oggetti d'uso quotidiano, come quelli di una colazione appena consumata,
vengono fissati al supporto su cui si trovano con della colla, cristallizzando una
determinata situazione.
Presenti
in esposizione anche le opere iperrealiste di Luciano Ventrone e
Luigi Benedicenti.
Fantastiche
amicizie di Ventrone (fig 21) e Due fette di panettone con canditi di
Benedicenti (fig 22), sono un analisi lenticolare, più che mai approfondita della
realtà. Entrambi gli artisti partono dalle immagini digitali per sviluppare la
loro ricerca artistica, al contrario di Late summer (fig 23) di David Lachapelle che è un vero e proprio scatto fotografico.
In Late
summer, il fotografo statunitense, crea una vanitas in chiave pop, fotografando
criticamente la società contemporanea, priva di valori, dedita ai piaceri
della vita e a tutto ciò che è effimero.
Una imponente installazione, la Piramide alimentare (fig 24) è l'utima opera a
chiusura della rassegna.
La
scultrice genovese Paola Nizzoli Desiderato, recuperando l'antica e rara tecnica della ceroplastica, ha modellato le
componenti alimentari della nostra dieta mediterranea ricordandoci l'importanza
di un'alimentazione sana.
1580 Olio su tela, (72 x 89 cm), collezione privata
L'opera appartiene al soggetto della scena di genere, costituita prevalentemente da immagini di vita quotidiana che hanno come protagonisti soggetti appartenenti a classi sociali meno abbienti.
I tre uomini e la donna hanno appena iniziato ad assalire il piatto di ricotta, un latticino economico rispetto agli altri tipi di formaggi, come quello di capra, diffuso nel seicento ed utilizzato nelle cucine dei ricchi signori. I personaggi mostrano un atteggiamento divertito, guardano verso l'osservatore che può notare la goduriosità e l'appagamento sui loro volti.
Olio su tela, (82 x 66 cm), collezione privata
Alla stregua del dipinto i mangiatori di ricotta, anche in quest'opera la gente del popolo, dai tratti fisionomici marcati, a volte rudi e grossolani è fortemente realistica in ogni dettaglio.
In questo dipinto non troviamo la ricotta ma i fagioli, pietanza povera della tradizione culinaria italiana che i due coniugi si dividono in modo spensierato, mentre il bambino piange perchè graffiato da un gatto.
1625,olio su tela, (77 x 115 cm), collezione Molinari Pradelli
Gli alimenti sono disposti sul piano d'appoggio ed alcuni sono appesi come se si trovassero in esposizione all' interno di una vetrina di una drogheria.
Ogni elemento compositivo è curato in ogni piccolezza, secondo una pratica tipica degli artisti fiamminghi.
Olio su tela, Collezione privata
Marten de Vos, non lascia alcun minimo spazio di respiro al suo dipinto: tutta la superficie è occupata da selvaggina, pesci, crostacei, frutta e verdura che le due cuoche stanno preparando per un'occasione particolare. Sullo sfondo, in secondo piano tra le arcate classicheggianti di un portico si può scorgere un banchetto e precisamente, il banchetto del ricco Epulone, una generosa cena narrata nel Vangelo di Luca.
Olio su tela, (94x134 cm), collezione privata
Protagonisti assoluti del dipinto sono i tegami in rame, posti in primo piano e fortemente in contrasto con la serva collocata dietro il tavolo la quale mostra una carnagione pallida, cerea.
Nature morte di questo genere sono molto rare in Baschenis, quest'opera proviene da una collezione privata bergamasca.
Olio su tavola,( 21 x 30 cm ), collezione privata
L'opera si può considerare la prima natura morta realizzata in Italia, infatti essa precede di qualche anno la Canestra di frutta di Caravaggio del 1956.
Le pesche sono collocate su un piatto da portata, disposte ordinatamente tra le foglie di vite: il riguardante può solo ammirare il virtuosismo pittorico.
Olio su tela, ( 41x50 cm), collezione privata.
Piatto di mele di E.Baschenis è una natura morta costituita da mele in un contenitore poggiato su uno stipo.
Le mele sono di un colore rosso acceso che unito ad un giallo quasi dorato fanno emergere il piatto di frutta dal fondale scuro della parete di fondo.
La rosa, la cui ombra è proiettata sull'armadietto è rivolta verso il basso in una posizione precaria. Quest'ultima simboleggia la vita dell'uomo destinata inesorabilmente ad avere un termine cosi come un fiore che dopo la sua fioritura appassisce.
Olio su tela, (76 x 97 cm ), collezione privata
L'opera è attribuita ad un pittore caravaggesco,la dimostrazione della conoscenza dei dipinti di M. Merisi è data dall'abile uso del chiaroscuro attraverso il quale gli ortaggi appaiono tridimensionali. Anche l'utilizzo dello sfondo cupo è una reminiscenza caravaggesca.
Olio su tela, (97 x 132 cm ), collezione privata
Il dipinto risulta illuminato dalla luce, che dona lucentezza alle casseruole e ai recipienti in rame. Persino la pelle squamata dei pesci acquista una tonalità argentea.
Il piccolo spiedo con pesce, a sinistra della composizione, sembra cadere dal piano d'appoggio: espediente utilizzato dall'artista per unire i due piani contigui creando un illusione di profondità.
Olio su tela, collezione privata
Il dipinto è la testimonianza visiva della presenza in epoca secentesca, del pasticcio formato da particolari tipi di carne, formaggi o di verdure: il casatiello.
Giuseppe Recco, proveniente da una famiglia di artisti (il padre e lo zio) si dedicò alla realizzazione di numerosi dipinti quali interni di dispense con frutta verdura, pesci e nature morte con fiori e dolciumi.
Olio su tela, collezione privata
Vittore Ghislandi ritrae un modesto giovinetto, diversamente dai numerosi ritratti di marchesi, capitani di ventura e gentildonne che lo resero il più grande ritrattista del settecento.
Olio su tela, collezione privata
Una variegata scelta di dolci è stata predisposta su piatti da portata in un interno barocco curato in ogni minimo dettaglio. Non può passare inosservata l'eleganza del valletto, dalla casacca blu cangiante e dal copricapo piumato in pendant.
Olio su tela, (62x120 cm), collezione privata
Le angurie di Longoni si specchiano sul piano in legno sopra il quale sono state sistemate. Il colore risulta acceso, in grado di rendere la consistenza tattile del cocomero.
Olio su tela, (53 x 64 cm ), collezione privata
La natura morta di De Chirico è composta da mele cotogne, uva e limoni ; sullo sfondo è visibile un profilo scultoreo memoria del mondo classico e citazione immancabile in ogni suo dipinto.
Serigrafia su carta, (90 x 60 cm ), collezione privata
Come Last Supper anche le scatolette di zuppa Campbell furono riprodotte in serie.
La minestra Campbell era nota fin dalla metà dell'ottocento, era un prodotto economico a lunga conservazione molto diffuso.
Sfruttando la ripetizione continua delle immagini, l'artista si accostò ai metodi della promozione pubblicitaria trasformando la sua arte in prodotto commerciale.
Serigrafia su carta, (63 x 31 cm )
Le bottigliette del noto marchio Coca Cola realizzate in modo seriale come le scatole di zuppa Campbell, diventarono simboli della società americana nel periodo del boom economico degli anni '60 del secolo scorso. Questa bevanda venne trasformata in arte, in oggetto artistico democratico consumato senza distinzione di censo dal più benestante al più indigente cittadino statunitense.
Olio su tela, (50 x 50 cm ) Collezione privata
In quest'opera come in altre realizzate dall'artista, Ventrone compie una vera e propria trasfigurazione della realtà: l'opera appare così vera che sembra superarla.
Olio su tela, (80 x 120 cm) ,collezione privata
In quest'opera è il panettone l'interprete della scena, creato con una perfezione tecnica e formale. La ricerca stilistica di Benedicenti prende avvio dalle nature morte cinquecentesche, che egli reinterpreta, analizzando ogni minimo particolare dei dolci di pasticceria, principali soggetti delle sue tele.
Fotografia, (114 x 96 cm).
Late Summer si può considerare una natura morta fotografica, realizzata attraverso la tecnica della riproduzione in serie ripresa da A. Warhol, con il quale Lachapelle ebbe una collaborazione professionale. L'opera di Lachapelle è una Vanitas di impronta moderna, essa infatti somboleggia la degradazione della società del benessere.
Installazione in ceroplastica
Nella piramide alimentare le derrate alimentari sono disposte secondo un ordine che dovrebbe identificare lo stile di vita quotidiano a salvaguardia del benessere delle persone. Da tempo Paola Nizzoli si dedica alla tecnica artistica antica della ceroplastica, approfondendo i suoi studi sulla pomologia e la botanica.
Il cibo è proposto, con immagini e contenuti che sottolineano la peculiarità di ogni artista e del suo stile. Il fatto che nell'arco temporale di quattro secoli, per motivazioni e scopi diversi i generi alimentari siano stati oggetti d'indagine approfondita, non può non portare ad una riflessione sull'importanza vitale che il cibo ha rappresentato e rappresenta tutt'ora; la cui presenza, disponibilità e varietà per la maggior parte di noi non dovrebbe essere scontata. Le opere in mostra offrono uno sguardo d'insieme esauriente e dettagliato delle pietanze e gusti dei periodi considerati e sono state abbastanza fruibili all'interno delle sale, se non fosse per il tono di voce delle guide a volte troppo alto che di conseguenza ha reso a tratti faticosa la visita.
Informazioni utili per la visita:
Dal 24 gennaio al 14 giugno.
Palazzo Martinengo, Brescia
Bellissimo ed interessantissimo questo post
Grazie mille. Mi fa piacere che abbia apprezzato.
Mi è piaciuto moltissimo
Grazie mille. Mi fa molto piacere!