Fino
al 21 giugno presso la GAMeC di Bergamo è possibile visitare la mostra Palma il Vecchio, lo sguardo della bellezza, un evento espositivo che
propone una mostra antologica sul pittore di origine bergamasca Jacopo Negretti
detto Palma il Vecchio.
L'esposizione
promossa dal Comune di Bergamo in occasione di Expo 2015, in collaborazione con la Fondazione Credito
Bergamasco e curata da Giovanni Villa contiene dipinti provenienti da istituzioni museali italiane ed estere
tra cui il Musèe du Louvre di Parigi, la
National Gallery di Londra, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, il
Kunsthistorisches Museum di Vienna e la Gemäledegalerie di Dresda.
Marco Boschini ne La Carta del navegar pitoresco, poema in quartine del 1660
affermò «La nave della pittura veneziana ha disegno di Giovanni Bellini,
opera viva creata da Tintoretto, timone per orzare fatto da Giorgione, per ammiraglio Tiziano, ma chi l’ha impalmata
dandole la possibilità di essere messa in acqua e navigare nel grande mare
della pittura mondiale è Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio, primo
ufficiale».
Lo
storico dell'arte Giovan Battista Cavalcaselle qualche tempo più tardi nel 1871 in History of Painting in North Italy ebbe parole di stima nei confronti di Palma il quale
condivise con «Giorgione e Tiziano l'onore
di modernizzare e rigenerare l'arte veneziana».
Queste
citazioni sono dimostrazione di come l'artista in diverse occasioni fosse stato
celebrato dalla letteratura artistica, mai in una retrospettiva. Per questo motivo la mostra si pone come unica nel suo genere, un grande omaggio, una valorizzazione che la città di Bergamo intende dare a questa grande personalità del Rinascimento
italiano.
Il
pittore bergamasco, nato a Serina nel 1480 ca. lavorò nella Venezia del
secondo decennio del '500 dominata dall'arte del maestro Giovanni Bellini e
dalla nuova pittura tonale di Giorgione e Tiziano. E' in questa città che
svolse il suo alunnato, ed è qui che sbocciò
e si sviluppò la sua carriera artistica, lavorando principalmente per altolocati
committenti della laguna, fino alla morte avvenuta nel 1528.
L'esposizione,
organizzata su due piani presenta un avvicendamento di dipinti che trattano
soggetti mitologici ed allegorici sviluppati perlopiù in epoca giovanile,
soggetti di impronta devozionale come Pale d'altare e Sacre Conversazioni della
piena maturità ed opere ritrattistiche.
La
visita prende inizio proprio da alcuni ritratti nei quali è possibile già
notare quelle caratteristiche della pittura di Palma che contribuirono a
renderlo uno dei maestri più richiesti: campiture di colore che concretizzano
le forme, pennellate morbide, l'eleganza disegnativa, l'attenzione ai dettagli
ed alla qualità materica delle fogge degli abiti alla moda.
Un
esempio è il Ritratto femminile del 1510 custodito alla
Galleria Palatina di Firenze opera nella quale si nota con evidenza il disegno
curato memore della lezione di G. Bellini.
In le due Ninfee in un paesaggio (fig 1) del 1513 le due
fanciulle appaiono intimidite dall’essere state colte in un momento
confidenziale, il candore dei loro corpi sinuosi trova risalto nel verde della
vegetazione che le circonda mentre nel dipinto Ninfee
al bagno (fig 2) di qualche anno più tardi, le donne senza alcuna pudicizia
mostrano la plasticità dei loro corpi dall'incarnato lucido e madreperlaceo.
Quest'ultimo
aspetto della pittura di Palma il Vecchio lo possiamo ravvisare anche in
ritratti di poco successivi quali il Ritratto di giovane donna in abito blu con ventaglio (fig 3) del 1514 e Ritratto di donna, detta “La Bella”(fig 4) del 1518, l'immagine
scelta come simbolo della rassegna. Entrambe rappresentano il prototipo della
bellezza femminile del tempo: il viso luminoso e chiaro, le forme morbide e l'
opulenza delle vesti in velluto broccato e accese cromie, con una costante cura
per ogni dettaglio.
Le
opere sacre dalle Pale d'altare per committenti ecclesiastici, alle Sacre Conversazioni destinate anche alla devozione privata, sono dimostrazione delle
ineguagliabili qualità pittoriche dell'artista orobico.
Un
esempio è la Madonna con il Bambino in trono tra le sante Barbara e Cristina e due committenti (fig 5) del 1508 o la Madonna con il Bambino S. Giovanni Battista e
Maddalena (fig 6) del 1516 conservata all'Accademia Carrara in cui la madre
tiene serenamente tra le sue braccia il bambino che mostra un’espressione
malinconica, quasi prefigurante la sua passione.
Nella
pala d'altare raffigurante l’Assunzione della Vergine (fig 7) del 1514, l'attenzione dell'osservatore non può non essere
catturata dalla fastosità vestimentaria dei santi e dagli squarci di paesaggio
dalle colline azzurrate del fondo.
I
panorami naturalistici di Palma ripropongono le vallate bergamasche
verdeggianti ed un'accuratezza nella resa della natura come per le
ambientazioni pastorali di cui è un esempio il dipinto l'Incontro di Giacobbe e Rachele del 1524.
Un’apposita
sala all'interno della mostra consente ai visitatori di approfondire
ulteriormente la conoscenza dell'artista attraverso una ricostruzione delle
modalità tecniche e le tipologie di materiali utilizzati nella sua pittura.
Interventi
di restauro sono stati eseguiti su alcune opere come ad esempio il Polittico della presentazione
della Vergine (fig 8) del 1515-1517, il cui recupero promosso dalla Fondazione
Credito Bergamasco ha permesso di riportare alla luce le pennellate, i colori
brillanti ed originali della pittura rinascimentale, nascosti per secoli da
ridipinture.
Nonostante
il progressivo affermarsi della pala unificata come il dipinto S. Pietro in trono tra i santi del 1518-1519 o la Madonna in trono tra S. Giorgio e S. Lucia (fig 9) del
1519-1520 alcuni committenti preferirono opere ancora legate alla tradizione
come Il Polittico
di S. Barbara (fig 10) che Palma il Vecchio licenziò nel 1520 per la chiesa
veneziana di S. Maria Formosa. Le tavole che lo compongono, originariamente collocate all'interno di un'architettura
marmorea hanno lasciato temporaneamente la loro struttura per essere esposte in mostra.
1513-1514 Olio su tavola, (98,3 x 152,4 cm) Francoforte, Städelsches Kunstinstitut
I corpi sinuosi delle donne appaiono iridescenti, colpiscono per la delicata sensualità delle forme.
1514 c.a.Olio su tavola,( 63,5 x 51 cm)Vienna, Kunsthistorisches Museum
Il dipinto è sorprendente per la minuzia disegnativa di ogni elemento dell'abito e per la lucentezza del dipinto nella sua interezza.
Attraverso una visione ravvicinata si possono scorgere i riflessi di luce sui capelli dorati e la trasparenza dell'organza, un dettaglio molto raffinato.
1518 c.a.Olio su tela, (95 x 80 cm) Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
Il ritratto raffigura una nobildonna che rappresenta a tutti gli effetti il modello femminile della bellezza rinascimentale: il volto dai tratti delicati, i capelli perfettamente acconciati, una fisicità prosperosa uteriormente sottolineata dall'utilizzo di vesti dall'ampia scollatura che ricadendo formavano voluminosi panneggi.
In questo dipinto la cromia intensa e brillante deriva dal tonalismo veneto.
1508-1509 Olio su tela,( 135 x 191 cm) Roma, Galleria Borghese
In questa Sacra Conversazione i personaggi raffigurati sono in armonia con l'ambiente circostante ed i committenti terreni in completa consonanza con i santi.
In questo dipinto si possono riscontrare la pacatezza e la serenità del momento.
1514 c.a.Olio su tavola, (192 x 138 cm) Venezia, Gallerie dell’Accademia
L'opera di carattere devozionale celebra un dogma della chiesa cattolica secondo il quale la Madonna fece cadere la cintura della sua veste nelle mani di S.Tommaso come segno della sua clemenza.
1515-1517 olio su tavola, Serina, chiesa prepositurale di Santa Maria Annunciata
Il polittico proveniente dalla chiesa parrocchiale di Serina è ritornato al suo splendore originario, grazie ad un intervento di restauro che ha evitato di compromettene ulteriormente la sua conservazione.
1519-1520 Olio su tela, (310 x 208 cm) Vicenza, chiesa di Santo Stefano
Nell'opera di impianto monumentale lo sfondo architettonico scompare favorendo un paesaggio di ampio respiro. I panneggi ampi e cangianti avvolgono le figure con tessuti preziosi.
I
capolavori realizzati da Palma il Vecchio, di magnifico valore compositivo,
sono la dimostrazione della sua grande capacità di raccontare la raffinatezza
della bellezza femminile del '500, l'affezione per la sua terra d'origine
attraverso ambientazioni paesaggistiche in perfetto accordo armonico con i
personaggi raffigurati.
E'
una bella sensazione aggirarsi per le sale e ritrovare capolavori assoluti di
un'artista di qualità eccelse, appartenente al nostro territorio ma purtroppo poco conosciuto.
L'allestimento
espositivo a mio avviso è molto curato: pannelli introduttivi all'ingresso delle sale conducono i visitatori lungo il percorso. Una pavimentazione lignea, ideale
prosecuzione di quella presente nei dipinti dall'artista, le pareti ricoperte di tessuto ed
uno studio sapiente delle luci consentono di entrare
maggiormente in contatto con le opere.
La
visita a questa mostra è imprescindibile, un'opportunità irripetibile per
vedere le opere di Palma il Vecchio riunite in un unico luogo: la maggior parte dei dipinti sono su tavola, perciò molto delicati, la loro trasportabilità è risultata alquanto problematica perciò difficilmente potranno essere esposti in una seconda occasione.
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